Chester è arrivato a Baltimore Animal Rescue & Care Shelter, un rifugio nel Maryland, quando ormai aveva 18 anni. Il gatto stava gironzolando sulla Cold Spring Lane di Baltimora, quando si è sdraiato davanti all’auto di una donna. Fortunatamente, l’automobilista si è fermata, ha raccolto l’anziano felino e l’ha portato al rifugio.

Sembrava l’ultimo gesto, la resa di un micio troppo anziano per continuare a vivere. Ma il suo destino aveva previsto un finale diverso: lui doveva incontrare Heather Garner e la sua famiglia.

Ma Chester era davvero in cattive condizioni: aveva un’infezione alle alte vie respiratorie, era molto magro e privo di pelo, starnutiva in considerazione e aveva un’abrasione sul viso. «Io e mio marito convenimmo che lo stavamo portando a casa come una “adozione del cuore”, ben consapevoli della sua età e delle sue difficili condizioni. L’abbiamo adottato perché volevamo che Chester avesse l’opportunità di essere l’animale domestico di qualcuno, forse per la prima volta o forse di nuovo – racconta la signora Garner -. Onestamente, non pensavamo che Chester sarebbe stato con noi per più di una settimana o due. Ma ce l’ha fatta per festeggiare il suo 19esimo compleanno con noi … e poi il suo 20esimo compleanno … e il suo 21esimo … e il suo 22esimo».

Man mano che il tempo passava, Chester si innamorava della sua nuova vita, della sua nuova famiglia e loro di lui. «In tutto questo tempo Chester ha dormito sotto gli alberi di Natale, rannicchiato nel letto di nostro figlio quasi di notte, ci ha addestrato ad accendere il rubinetto della vasca (perché l’acqua della vasca è migliore e lui lo sapeva), e si è guadagnato la collezione più incredibile di t-shirt e maglioni per mantenere il suo vecchio corpo al caldo. Ha rubato i popcorn dalle nostre ciotole durante le serate dei film e ha preso il posto del letto che era per il nostro cane di 60 chili. Chester ha inseguito topi pelosi, giocato al ruolo di assistente amministrativo ogni volta che qualcuno ha usava il computer e ci ha insegnato che l’amore è davvero la migliore medicina».

Mancavano tre mesi al suo 23esimo compleanno, quando la famiglia l’ha trovato senza vita nei giorni scorsi: «Sembrava riposare dolcemente, dopo aver attraversato il ponte dell’arcobaleno – racconta la donna -. Gli saremo per sempre grati per averci amato così tanto da voler restare con noi per questi meravigliosi 1640 giorni».

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