Lassù c’era salita per fuggire dalla paura e lassù, sulla cima di un albero, è rimasta dieci giorni. Zola “la gattina di Carignano” si è arrampicata su un platano in via Ruffini a Genova e per giorni e notti ha tenuto col fiato sospeso i residenti e le volontarie delle associazioni Assistenza randagi Terrile Adriana e Miciamici.

Chi era di passaggio la vedeva guardare dall’alto al basso con il suo musetto bianco e grigio e la notte miagolare senza tregua in cerca di aiuto. Gli abitanti del quartiere si sono mobilitati: “l’ingegnere” del gruppo ha costruito una scala di legno in modo che la gattina potesse scendere senza farsi male. Altri hanno avvolto di “festoni” il tronco in modo che Zola cadendo potesse aggrapparsi con le unghie. Per giorni un cartello è rimasto appeso sul platano: “Si prega cortesemente di non spostare la scaletta per consentire a un gatto di scendere dall’albero grazie”.

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Zola ha mobilitato anche il Web dove ognuno ha cercato di dare il proprio contributo: “Proviamo con una gabbia trappola”, “Meglio un retino”, “Portiamogli un altro gatto da fargli vedere”, “Diamogli il salmone”, “Chiamate i pompieri!”. Alla fine i vigili del Fuoco sono arrivati per davvero ma la gattina, alla vista della scala mobile, si è spaventa ed è salita ancora più in alto sui rami più sottili e pericolanti. «Dopo una settimana il gatto si indebolisce e c’è il rischio che ormai senza forze collassi e cada a peso morto sull’asfalto», spiega il veterinario Vincenzo Trovato.

Bisognava fare qualcosa. Il sistema di carrucole per issarle su cibo e acqua sembrava funzionare: «Ragazzi bloccate la strada, la gattina sta per scendere», ma arrivata al secondo gradino della scala Zola è ritornata in alto tra i rami. Nel pomeriggio di ieri arrivano anche i vigile urbani che mettono in sicurezza la strada e consentono a un camion con scala di tentare il soccorso. Ma nulla; Zola si rifiuta di calarsi giù. Le volontarie si danno i turni, hanno paura che Zola non ce la faccia. «Mangiava poco e beveva meno. Rischiava di disidratarsi – spiega Anna Filippi – presto le forze le sarebbero mancate e sarebbe crollata a terra».

Finché ieri, acrobata come lei, un aitante muratore ha scalato l’albero e con mano decisa ha spinto la gatta quindici metri più in basso su un soffice telo che la padrona preoccupata teneva steso insieme alle amiche. «Era una situazione disperata. Lo so che adesso qualcuno dirà: era solo un gatto, mica un bambino. Ma bisogna rispettare uomini e animali se vogliamo bene alla mostra Terra – dice Cinzia Bellifemine di Miciamici- quando cerchiamo un aiuto, quando cerchiamo la gente sotto le macerie, quando cerchiamo consolazione alle nostre solitudini, allora gli animali sono indispensabili. Quando invece ci costringono a mobilitare mezzo quartiere perché salgono sugli alberi, allora dovremmo fregarcene. E no: così non va».

Per fortuna era della stessa idea anche “l’eroe di Carignano” che senza esitazioni e senza chiedere niente in cambio si è arrampicato sull’albero: «Ho salvato un gatto – dice Ioan Pascani operaio di Edilizia Verticale – un animale a cui manca solo la parola che voleva tornare a casa sua». Zola dopo due ore dal salvataggio ha trovato la strada di casa e adesso riposa serena sul suo divano: «Occorre tranquillità e amore per almeno venti giorni – dice il dottor Trovato – e possono aiutare alcuni prodotti anti stress perché la gattina si è presa un bello spavento».

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