Non so se sia vero o solo una delle tante leggende che si tramandano tra gattare… ma una sera, mentre sistemavo i cuscini sul divano, Pepe e Jodie fissavano entrambi la stessa ombra sul muro. Un’ombra sottile, elegante, che sembrava muoversi appena la luce della stufa tremolava.

«Jodie, smettila di fissare il nulla» ho borbottato.
Lei, ovviamente, si è strusciata sullo stipite della porta come per dire: “Io vedo cose che tu umana non puoi capire”.

Pepe invece aveva la coda dritta come un punto esclamativo: segno che qualcosa lo intrigava tantissimo.

Quando mi sono avvicinata, l’ombra sembrava assumere una forma precisa: quella di un gatto, ma alto, slanciato… con due occhi sottili e luminosi che non avevo mai visto.

Ho ricordato subito la storia che mi raccontava sempre mia nonna:

Il Gatto Ombra, spirito antico dei felini, appare solo nelle case dove i gatti vivono sereni e protetti.
Si dice che entri nelle notti calme per controllare che i mici della casa siano amati, ben trattati e rispettati.

La leggenda dice anche un’altra cosa:
Il Gatto Ombra non miagola, non graffia, non chiede cibo.
Si limita ad osservare.
E se approva quello che vede… lascia un segno.

In quel momento, proprio mentre fissavo quella sagoma strana, Jodie si è avvicinata alla stufa e ha iniziato a strusciarsi sulla sua base metallica — cosa che non aveva mai fatto prima.

Poi ha guardato me, poi l’ombra, e ha fatto un piccolo mrrrp, quel suono che usa solo quando vuole mostrare affetto.

Ho sorriso.
Pepe si è accoccolato vicino ai miei piedi, come fa quando si sente sicuro.
E l’ombra… lentamente… si è dissolta, lasciando solo il chiarore caldo delle fiamme.

Quella notte ho dormito con la sensazione strana — ma bellissima — che qualcuno avesse controllato se in casa nostra i gatti fossero davvero felici.
E visto come mi hanno dormito addosso, direi che la risposta è stata “sì”.