Questa non è una città per gatti. È il cartello che si potrebbe leggere entrando a Omaui, villaggio neozelandese che presto potrebbe diventare il primo al mondo a bandire completamente i felini.

Una cittadina di mare ricca di monumenti storici e naturali. Un’oasi naturale selvaggia, delimitata da una affascinante spiaggia di sabbia nera. Un bel posto dove stare, a meno che tu non sia un gatto.

Dopo aver inutilmente chiesto di tenere gli animali chiusi in casa, il Consiglio per l’Ambiente della regione del Southland ha infatti rivolto agli abitanti di Omaui la proposta di mettere al bando i felini per proteggere la biodiversità del territorio. Pare, infatti, che i gatti siano responsabili ogni anno della morte di milioni di uccelli e piccoli mammiferi autoctoni: uno «sterminio» che sta minacciando la biodiversità della regione.

Secondo quanto riportato dal The New York Times, a Omaui vivono «35 persone e sette o otto gatti molto amati», che sono stati monitorati per mesi con delle telecamere installate nelle aree verdi di Omaui. Inutile dire che dietro a quei baffi adorabili si nasconda un cacciatore nato, molto difficile da «contenere».

E visto che gli appelli a tenerli chiusi in casa sinora non sono serviti, ora questa inusuale proposta di legge prevede che i proprietari di gatti debbano sterilizzare e sottoporre a microchip gli animali. E che li potranno accudire solo sino alla loro scomparsa naturale, dopodiché saranno costretti a scegliere animali domestici di altre specie.

Come riferito da Bbc, il Pest management plan verrà discusso in autunno e i cittadini di Omaui avranno tempo fino a ottobre per esprimere il loro parere. E nel caso in cui dovesse essere approvato, i trasgressori riceveranno richiami e saranno passibili di multe, sino al sequestro dell’animale.

Inutile dire che la notizia sia subito rimbalzata sui social, alimentando le polemiche oltre alle proteste di chi a Omaui ci vive: «Senza un gatto la casa mia diventerebbe malsana», ha dichiarato Nico Jarvis all’Otago Daily Times. «I miei tre mici sono l’unica arma che ho a disposizione per combattere i roditori – ha aggiunto -. Per questo sto pensando di fare una petizione».

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