Ogni tanto, soprattutto online, sembra che se non prepari al gatto un menù degno di uno chef stellato tu sia una pessima persona.
Poi guardi il gatto che ruba un pezzo di cartone e lo mastica con gusto… e ti viene il dubbio che forse il concetto di “naturale” vada un po’ ridimensionato.

Vediamo cosa significa davvero alimentazione naturale, cosa funziona e cosa invece rimane teoria da tastiera.

Cosa intendiamo per “naturale”

In genere si parla di:

  • carne fresca cruda (diete BARF);
  • carne cotta semplice;
  • integrazioni controllate;
  • zero additivi.

Non è sbagliato, ma il gatto non è un mini-lupo né un umano piccolo: è un carnivoro stretto con esigenze molto specifiche.

I pro reali

1. Controllo degli ingredienti

Sai cosa mangia.
Zero farine di dubbia origine, zero conservanti strani.

Se hai un gatto allergico, a volte è l’unico modo per farlo star bene.

2. Maggiore appetibilità

La carne fresca profuma. E i gatti, quando qualcosa profuma di vero, diventano immediatamente collaborativi.

3. Digestione più facile

Molti gatti, passando a una dieta più “vera”, riducono rigurgiti e feci puzzolenti (che, diciamolo, sono un tema).

I contro che non vedi su Instagram

1. Rischio squilibri

Il punto debole.
Un gatto ha bisogno di calcio, fosforo, taurina, vitamine e minerali in proporzioni precise. Una dieta “casalinga improvvisata” spesso manca di qualcosa.

Sì, anche se usi carne pregiata.

2. Lavoro enorme

Richiede:

  • tempo,
  • preparazione,
  • igiene rigorosa.

Non tutti hanno voglia di bollire ali di pollo alle sette del mattino.

3. Costi

Carne fresca di qualità + integratori obbligatori = spesa notevole.

4. Il rischio batterico

Se scegli la dieta cruda, devi essere maniacale con la gestione della carne.
E NO: non “disinfetta il gatto”. I batteri restano nell’ambiente.

Cosa dicono i veterinari

La maggior parte dei veterinari non è contraria di principio, ma raccomanda due cose:

  1. Viene prima l’equilibrio nutrizionale.
    Se non sei seguito da un nutrizionista veterinario, è facile sbagliare.
  2. Non esiste la dieta perfetta per tutti i gatti.
    Ci sono gatti che fioriscono con la dieta naturale e altri che, dopo tre giorni, ti mollano feci molli da incubo.

Il metodo Genny

Io l’ho provata, sì.
Funziona? A tratti.
Risultato:

  • il mio gatto più attivo stava benissimo,
  • quello pigro rifiutava metà dei pasti,
  • io ero schiava della cucina.

Alla fine ho trovato il compromesso: umido di qualità + qualche integrazione naturale + carne cotta come “bonus”.

Il gatto è felice, io pure.

Conclusione

L’alimentazione naturale non è una religione né una moda: è uno strumento.
Può essere fantastica, può essere un incubo. Dipende da te, dal tuo tempo e soprattutto dal gatto.

Un consiglio sincero?
Non inseguire la perfezione. Insegui un gatto che mangia bene, con piacere, tutti i giorni. Il resto sono chiacchiere.