Te la racconto io, che certe cose le ho viste con questi occhi e non le dimenticherò mai.

C’era una volta, nella mia stessa casa, un micio grigio e sottile che tutti chiamavano Pepe. Non perché fosse piccante o nervoso (beh… anche un po’), ma perché aveva quell’energia frizzante che ti aspetti da uno che ha sempre un’idea nuova in testa.

Pepe aveva un hobby insolito: collezionava rumori.

Sì, hai capito bene. Niente figurine, tappi, piume… no: rumori.
Li prendeva, li annusava, li studiava, e poi li metteva da parte come fossero piccoli tesori invisibili.

Il primo della sua collezione fu il rumore del mattino: quel fruscio morbido della casa che si sveglia. Gli piaceva perché sembrava un gatto gigante che stiracchia le pareti e sbadiglia dal soffitto.

Poi aggiunse il suono dei passi che conosco, come li chiamava lui. I miei, per intenderci.
Li riconosceva tutti: quelli veloci, quelli stanchi, quelli che dicono “oggi serve un miracolo” e quelli che urlano “GATTI, VIA DAL PIANO COTTURA!”.

Un giorno, però, accadde qualcosa di curioso.

Pepe scoprì un nuovo rumore. Un rumore che non aveva mai sentito.
Veniva da fuori, attraverso la finestra aperta: un miagolio.
Un miagolio leggero, timido, come se avesse paura di esistere.

Pepe drizzò le orecchie.
Io pure.

Era Jodie, la piccola spirito di fuoco della casa, che per la prima volta… chiedeva attenzione.
Lei, che di solito non miagola mai; lei che preferisce comunicare strusciandosi contro qualsiasi cosa, viva o morta.

Pepe rimase incantato.
Il suo taccuino immaginario tremò di felicità.

«Questo lo voglio» disse con gli occhi.

Ma il rumore sparì.
Jodie, imbarazzata dalla sua stessa voce, aveva già cambiato stanza.

Da quel giorno, Pepe cercò quel miagolio ovunque: dietro il divano, sotto il letto, persino nella cesta della legna accanto alla stufa. Niente.

Finché una sera, mentre la casa era quieta, successe il miracolo:
Jodie miagolò di nuovo. Un miagolio piccolissimo, quasi un pensiero.

Pepe, che stava appollaiato sullo scaffale come un gargoyle felino, spalancò gli occhi.
Saltò giù, le si avvicinò piano, e — senza nemmeno far rumore — le regalò un suono della sua collezione: il fruscio del mattino.

Lei si rilassò, si accoccolò vicino a lui… e per la prima volta nella storia di questa casa, Jodie fece un rumore di risposta:
un “mrrrr” così lieve che persino il silenzio si fermò a sentirlo.

Io, da dietro la porta, trattenni il fiato.

Pepe aggiunse alla sua collezione un nuovo capolavoro:
il suono che fa qualcuno quando si sente al sicuro.

Ed è un rumore che, te lo giuro, vale più di tutti gli altri messi insieme.