Honey è una gatta che quattro anni fa è stata salvata dai veterinari di una clinica svedese. Era una randagia con diversi problemi di salute, che probabilmente non sarebbe sopravvissuta se nessuno si fosse accorto di lei mentre vagava per le strade di Ekeröd, in Svezia.

È stata a lungo ricoverata nella clinica, ed è poi diventata la mamma – o per qualcuno la mascotte – della struttura. Tutti i giorni si prende cura degli altri animali ricoverati, li coccola, li sostiene con qualche carezza o solo con la sua presenza.

«Prima era una paziente come tutti gli altri, ma è ben presto maturata in lei la voglia di aiutare i quattro zampe ricoverati», dice Lucie Havelka, una delle veterinarie della clinica. Che aggiunge: «Ha una grande capacità di calmare gli altri pazienti, e di fare loro compagnia. O di farla ai proprietari degli animali, che a volte arrivano qui con forti preoccupazioni e ansie per la salute dei loro amici a quattro zampe».

La clinica ormai è diventata casa sua. Ma adesso potrebbe essere sfrattata. Un giorno sono arrivati degli ispettori nella struttura, e hanno chiesto di allontanare il gatto in seguito ad alcune lamentele. Lucie Havelka ha fatto ricorso in tribunale, ma le hanno dato torto perché la gatta potrebbe aumentare il rischio di contagio tra gli ospiti della struttura.

Così ha lanciato una petizione raccogliendo oltre 6500 firme, nella speranza che il futuro di Honey possa ancora cambiare: «Non vogliamo che venga adottata da qualcun altro. La gatta deve restare qui – dice -. Molte cliniche nel resto del mondo hanno un gatto che svolge le stesse funzioni. Succede in Polonia, in Australia e Russia. Non capiamo perché non possa accadere anche da noi».

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